Ebooks Voci di Poesia

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sabato 9 maggio 2015

Mutazione (di Valentina Imperiu)



Divento albero.

Universo spoglio.

Groviglio di radici nella memoria.

E piango,

mentre fuori piove.


Valentina Imperiu
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L'orgoglio (di Valentina Imperiu)


La gonna a terra,
tra le foglie,
a danzare col vento.

Il tuo sguardo che mi correva incontro.
E io ti confondevo,
senza smettere di guardarti.

Ti avrei afferrato per i capelli
e ti avrei strappato di dosso,

a morsi,

quel poco che ancora ti copriva.

Ti avrei preso lì,
sopra la neve,
a sfidare la sorte per un tuo gemito...
Invece me ne andai,
masticando rabbia,
con le parole non dette che mi bruciavano in gola
e le unghie conficcate nella carne,
per non tornare indietro...


Valentina Imperiu
diritti riservati




Ecco cosa siamo (di Matteo Cotugno)


Guardarsi sui limiti
scoprendosi uguali
riflessi dentro
come palindromi
di un'eco
ripiegato nel cuore

ecco cosa siamo

fuggiaschi dal remoto
d’ogni tempo
rovini sui sospiri,
esiliati in un vortice
dentro ogni parola
sublimi in sussurro

ecco cosa siamo

io in te
tu in me

ostaggi volontari
liberi prigionieri
della nostra follia
d’amore.


Matteo Cotugno
13-09-2012
dal InVersi – youcanprint editore
diritti riservati


in foto opera di Odd Nerdrum


Donald Duck cinema di cartone (di Michela Zanarella)


E si fa nuvola
il pensiero di un papero bianco
antieroe per natura
impacciato e nevrotico
nella sua blusa da uomo di mare.
Donald Duck, Paperino
nel cinema animato di cartone
insegna i numeri
seppur distratto
per poi cedere all'amore
in lotta ad un popolo
d'abili formiche.
E tra un disastro in cucina
e la festa di compleanno
del fedele amico Topolino
svanisce il segreto di vernice
che nasconde le sue forme
riprese per incanto
mentre continuano senza sosta
guai e dilemmi
come intrecci di magia
tra colori e fantasia.


Michela Zanarella
(Presidente A.P.S. "Le Ragunanze")
diritti riservati



Di te vorrei un ricordo (di Italo Zingoni)


Vorrei di te un ricordo
che sia ritorno e non partenza,
il falso che comprasti al mercatino
l’ombra della luna distratta
dal silenzio dei tuoi sguardi avari
il filo rosso su cui al sole tendi i panni.

Del tuo sorriso i danni e le ferite
dei tuoi occhi il pianto breve
dei tuoi capelli il vento che scompiglia
l’urlo in un quadro che hai amato
il geco di zirconi che portavi al collo
il ferro con cui stiri e le notti insonni .

Del tuo profumo il farsi mio tormento
il lamento del tuo istinto e il segno
del tuo seno sulla sabbia
la tua rabbia al mio silenzio dissacrante.

Di te vorrei un ricordo
che mi incida un segno nel pensiero
quando da me sarai troppo distante.


Italo Zingoni
- Prove d'Autore -2000/2010 - Inedito - t.d.r.
Dipinto dal web -

Suonata alla luna (di Ada Jacono)


Luna
non incantarti
non fermarti
a sbirciare gli amanti
che si prodigano in baci
offuschi il tuo chiarore
privandoli
di romantica luce lunare.
Invidia!
l'invidia non ti s’addice
che anche il tuo amore
anela incontrarti.
Sfuggi
giochi
lo deridi
ti nascondi
scambiando le ore.
Se osassi fermarti
se osassi attenderlo
senza lasciarti rincorrere,
dei suoi raggi berresti
sazieresti
l'arsura d'amore
che in te arde
non affogheresti nel tedio
delle lunghe notti
trascorse da sola
avvolta a volte
tra lenzuola di nubi
per nascondere
al mondo
la tua solitudine.


© Ada Jacono
diritti riservati


Madre (di Anna Serio)


acrostico

Mietitura eterna d'amore
Ancorata all'anima coraggiosa,
Dolore in gioia accogli nel cuore
Regalando vita al fiore generato.
E per lui sei forza di dedizione e passione.


Anna Serio
11-05-2014

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venerdì 8 maggio 2015

Il respiro di Broni (di Daniele Neri)


Curvo sul mio bastone
cammino lentamente,
guardando il sole che tramonta
dietro le mie colline,
sono stanco e cerco
la strada di casa.
Sento il respiro che mi si tronca,
sputo polvere di amianto
e pezzi di polmone,
tento di urlare la mia rabbia
verso la fornace maledetta,
ma sopita è ormai la mia voce,
posso solo osservare per terra
l'ombra del mio sangue marcio
e i miei tessuti ormai a brandelli.
Dio del Tempo,
intorno a me altro non vedo che
tetra e cupa sofferenza,
aspetto senza fiducia la giustizia degli uomini,
che forse verrà, ma certo sarà tarda e vana.
Lasciami osservare ancora per un poco
la dolcezza dei colli sui quali ho vissuto,
il profumo della campagna e
dell'uva che fermenta nei tini,
pia illusione di futuro senza scampo.
Terra mia, aspetto la fine del mio tormento,
terra mia, odiata e amata,
terra mia, mortale e feconda,
pura e avvelenata,
accoglimi presto,
sin nel profondo del tuo intimo grembo.

Daniele Neri
Copyright©
26 Marzo 2014
Tutti i diritti riservati all'Autore