Ebooks Voci di Poesia

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mercoledì 24 settembre 2014

(Di)amanti (di Francesca Ferrari)


Potremmo farci compagnia
                     - dall'alba chiara finché il giorno muore -

intanto voli di parole
venti di parole
schiaffi di parole
lampi di parole
mucchi di parole
lame di parole
baci di parole

intanto solo le paure
gusci di paure
nicchie di paure
pugni di paure
muti di paure
sordi di paure
ombre di paure

le nostre solitudini-cancrene
stimmate sui palmi
stimmate sui giochi
stimmate nel posto qui di fianco.

Decolli difficili di facilità
al diavolo il giogo
anche quando canteremo

                       - je t'aime encore tu sais, je t'aime -


Francesca Ferrari

diritti riservati

A vrêv che la tô vôs la gnêssa mêgh (di Francesca Ferrari)


A vrêv che la tô vôs la gnêssa mêgh
(a mê nòn)

A vrêv che la tô vôs la gnêssa mêgh
inzéma ai mê lavôr
incô che la tô pèla l'è parpàia
i tô òcc dô brìsli ed chèrta
e la tô anma la pesa incàra tròp
per vulèr via - l'è na bòcia ed savòun
ch'la blésga acsè in dal man.
Un dè al gnirà al vènit giôst
e na fôia l'am dirà tôt
con la tô vôs



Vorrei che la tua voce venisse con me
(a mio nonno)

Vorrei che la tua voce venisse con me
sulle mie cose
oggi che la tua pelle è farfalla
i tuoi occhi due briciole di carta
e la tua anima pesa ancora troppo
per volare via - è una palla di sapone
che scivola così nelle mani.
Un giorno verrà il vento giusto
e una foglia mi dirà tutto
con la tua voce


Francesca Ferrari
diritti riservati

il dipinto è dell'artista Joseph Todorovich

Francesca Ferrari



Francesca Ferrari

Francesca Ferrari nasce a Modena nel giugno del 1974. Sviluppa la passione per la scrittura e la poesia fin da bambina. Figlia d'arte (padre tenore, nonno poeta), intraprende studi artistici e si diploma alle Belle Arti in grafica pubblicitaria. Lavora per diversi anni come senior designer di riviste di moda. Nel 2001 si trasferisce a Varese. Nel 2010 si avvicina al mondo virtuale, in cui ha modo di conoscere Antonio Cosimo De Biasio, neo-stilnovista, appassionato di haiku e della Cina, suo paese d'elezione. Da egli assimila la leggerezza, l'ironia e la lievità, la melodia e lo studio della struttura metrica del verso. Comincia dunque a comporre haiku e sonetti. Segue un periodo di sperimentazione in cui si stacca dai canoni ed intraprende la propria esperienza 'libera'. Nel 2013 torna a Modena. Conosce altri poeti ed artisti contemporanei con cui collabora in esperimenti 'imago-poetici' o in stesure a più mani. A novembre 2013 entra a far parte del collettivo Bibbia d’Asfalto, per il quale si occupa anche di piccole recensioni. Sempre a novembre termina il suo poemetto 'She's waiting for a portrait', recensito da Elina Miticocchio sul blog CarteSensibili, che presto sarà edito. Il 15 dicembre 2013 viene selezionata, con tre tralci tratti dalla suddetta opera, tra gli autori della raccolta La Memoria, a cura di Nadia Cavalera, in occasione del premio Alessandro Tassoni, patrocinato dal Presidente della Repubblica. Il 14 giugno 2014 è finalista alla successiva edizione del premio Tassoni e legge una poesia inedita sul tema La Livella in presenza di Titos Patrikios a Teatro San Carlo, Modena. Viene selezionato inoltre il suo necrologio poetico per la raccolta 'Read in peace' di Bibbia d'Asfalto, edita da Matisklo e per diverse raccolte antologiche curate da Matteo Cotugno. Nell’estate del 2014 entra a far parte del collettivo Poetineranti con i quali partecipa in lettura al Festival della Cultura di Serramazzoni e all’inaugurazione della mostra pittorica di Franca Gualmini al castello di Pompeano. Alla prima edizione del concorso ‘La bormida al Tanaro sposa’ 2014 indetto da Matisklo Ed., vince il Premio Speciale Anna Grenno per il miglior componimento poetico femminile.
Gestisce le pagine di poesia Anime di Luna e Lavinia su Facebook dove condivide i suoi scritti e dà spazio a poesia d'Autore e scrittori emergenti.  Ora è impegnata ad allestire la sua prossima raccolta di poesie e scrive piccole recensioni per la rubrica Gherigli, blog Poetineranti.
Da grande vorrebbe continuare a sognare.

Intervista
E’ la domanda più complessa per un poeta quindi la propongo per prima: cosa significa poesia per te?
La poesia è immanenza, ossia risiede nell'essere dove ha in sé il proprio principio e fine e, facendo parte dell'essenza di un soggetto, non può avere un'esistenza da questo separata.

Cosa ti muove a scrivere poesia?
Poesia è Arte e l'estro spinge a scrivere anche solo per un avvenimento, un oggetto, un panorama, un'emozione, una lettura. Ma Poesia è anche mestiere, dove il poeta può paragonarsi a un artigiano del verso, che lavora con criterio, strumenti e cesello, quindi 'a progetto' e in questo caso mi riferisco al tema, al messaggio che si vuole trasmettere, che esula dall'ispirazione del momento e assembla scritture che hanno decantato nel tempo e ad esso sono sopravvissute.

La funzione del poeta oggi?
Sappiamo che il poeta è una sorta di scienziato che deve andare alla ricerca della verità, sfiorarla e far rifiorire la rosa. Questo è il senso immortale della Poesia. Se tutto il detto è stato detto (parlo di temi), non ci resta che dirlo ancora e ancora in modi diversi fotografando i nostri tempi, orientandoci sempre più verso il suono, la phoné, e mantenendo il nostro occhio abbastanza in alto per vedere il mondo a distanza di sicurezza dall'io, che funge da voce del mondo stesso.

Un paio di aggettivi per farti conoscere.
Sono ipersensibile, emotiva, romantica e sognatrice, ma anche tutto il contrario.

Hai pubblicato un libro? Parlacene e se possibile illustrandolo con una
poesia.
Uscirà a breve il mio poemetto ‘She’s waiting for a portrait’, del quale alcuni tralci sono stati pubblicati nella raccolta di Nadia Cavalera ‘La memoria’ – Premio Tassoni 2013. Esso ‘canta’ della sfera emotiva di una donna come altre, che lotta per restare viva e amare ancora.

martedì 23 settembre 2014

Troverai (di Antonia Anna Pinna)


Il giorno che troverai la gioia
dovrai lasciarla,
te la chiederanno indietro.

Il giorno che troverai l’amore
troverai il pianto.

Il giorno che troverai le perle
ti seguiranno
file di porci addomesticati.

Il giorno che troverai le spine
sarà un bel giorno
perché sarà tutto tuo.

Il giorno che troverai te stesso
lascia il resto, è tutto inutile.


Antonia Anna Pinna
diritti riservati


  


Maddalena (di Antonia Anna Pinna)


Non piangere più Maddalena.
Non ci sono più croci da seguire.

I poveri Cristi,
sono già stati tutti crocifissi

Il tuo fazzoletto bianco
riponilo per i giorni di vento.

Abbi pietà per te stessa
incamminati per altri monti.

La via della redenzione
ormai non passa più di qui.

Corona i tuoi sogni di spine,
realizzali a costo della vita.

L’unico privilegio che abbiamo
è la rinuncia alle illusioni.

Fatti davvero il segno della croce
e prega per te.


Antonia Anna Pinna


Antonia Anna Pinna

Antonia Anna Pinna è nata a Villalago (AQ) nel 1957 vive un infanzia a contatto con una natura un po’ aspra ma incontaminata. Il suo contesto familiare le consente di vivere e sperimentare in totale libertà l’approccio con una comunità montana piena di valori autentici e forti, dove tutti si sentono impegnati a crescere i figli che sono un bene comune e prezioso. In famiglia lo zio ha un gruppo musicale “I Monelli” che negli anni sessanta riscuote un discreto successo a livello locale, anche lei possiede una vena artistica molto divertente, i componenti di questo gruppo la portano  spesso con loro, e  si cimenta in varie occasioni pubbliche in imitazioni di personaggi noti anche difficili quali Luis Armstrong e Ruggero Orlando. Nel 1969 la famiglia si trasferisce a Merano (BZ) e frequenta la scuola con risultati buoni, ma le ottime opportunità di lavoro la spingono ad impegnarsi nel campo della moda. E’carina, affabile e molto simpatica, è del segno dei gemelli che per loro natura sono volitivi, svegli e fanciulleschi. Conosce un ragazzo che diventerà molto presto suo marito, infatti a 19 anni è già moglie e madre. La sua vena artistica si trasforma e matura in passione per la musica, i suoi gruppi preferiti sono i Doors, i Rolling Stones, gli Yes e tanti gruppi che hanno arricchito il panorama musicale degli anni 70. Frequenta ragazzi che studiano al Dams Università di Bologna e con loro parla spesso di arte, cinema e teatro. L’impegno famigliare non le concede tuttavia molto spazio e comincia a studiare materie che l ‘appassionano molto come letteratura e storia. Nel 1988 si impiega presso il centro sportivo della banca d’Italia, le varie attività le consentono di conoscere molta gente con cui negli anni ha costruito un rapporto di collaborazione e stima. Lavorando in questo contesto era scontato che iniziasse a fare sport all’aria aperta, tennis e nuoto sono i suoi preferiti. Legge moltissimi libri, anche romanzi ma non l’appassionano molto, a lei piace la vita reale. Segue i programmi culturali sui giornali in televisione e comincia a scrivere dei piccoli pensieri. Per molti anni si occupa solo della sua vita privata ma con l’allentamento dei doveri familiari si concede delle piccole incursioni nel mondo letterario. Comincia a scrivere sonetti che la divertono molto. La vena si trasforma nuovamente, si converte in poesia è nasce un vero grande amore. Alcune amiche la convincono a tentare la via della pubblicazione anche se è molto restia, in quanto la poesia nasce dal profondo e si sente come se dovesse spogliare la sua anima. Comincia a mandare qualche opera al “Gazzettino della Valle del Sagittario” giornale online Abruzzese diretto dal Prof. Roberto Grossi, il suo paese le è rimasto nel cuore e appena può scappa nella sua mini casa nel borgo natio inserito nel Club “ I più bei borghi d’Italia” scrive anche alcuni articoli e si fa conoscere in una nuova veste. A settembre 2013 esce la sua prima raccolta di poesie dal titolo “Sul ciglio del cuore” pubblicato con i tipi della Montecovello. Entra a far parte con vari autori al “Progetto fiaba” volto a finanziare gli Ospedali pediatrici Oncologici e nascono vari volumi di filastrocche e fiabe. Nel 2014 partecipa a qualche concorso letterario tra cui “Alda Merini e riceve una menzione di merito per la poesia Maddalena. Altra menzione lo scorso giugno per il concorso “Io esisto” con la poesia Trono patrocinato dalla U.I.L.D.M. ass. per la lotta alla distrofia muscolare di Ottaviano (NA). Partecipa a varie antologie a tema sociale. La sua espressione poetica nasce dalla sedimentazione delle emozioni estratte dalla vita vera e dai sogni, che vivono vite, apparentemente separate, ma interferiscono continuamente con i nostri progetti. Sta lavorando ad un altro libro e sta sviluppando altri progetti artistici che comprendono anche il fumetto. Si augura che questa nuova attività poetica sia lunga e venga accolta con piacere dai lettori. La vita non è mai statica e la maturazione se è sana può sorprenderci notevolmente, rimaniamo aperti e forse ci accadrà qualcosa che non avevamo previsto.


Intervista
Cosa significa per te poesia?
La poesia è il mio canto e il mio dolore, è il succo che sgorga dalla mia fonte, è il togliere le parole inutili e lasciare solo l’essenza delle emozioni date e prese, è la traccia del mio passaggio sulla terra, la poesia è e basta, non si deve mai spiegare perché quello che sembra non è e quello che è non sembra.

Cosa ti muove a scrivere poesia?
Il movimento è la musica sono gli elementi che più contribuiscono alla nascita della mia poesia. Energia alla stato puro, moto perpetuo dove perdersi e creare nuove forme d’espressione, spesso mi sveglio in piena notte con l’esigenza fisica di mettere sulla carta parole che nemmeno io comprendo bene in quel momento, quando le rileggo al mattino le trovo piene di senso e d’amore che mi avvolge  con una grazia che mi commuove sempre. Resta il mistero del perché viene a svegliare me e non chi mi sta accanto.

La funzione del poeta oggi?
Io credo che il poeta sia la sentinella che fa gli avvistamenti e manda i messaggi a chi vive in una posizione che gli impedisce di vedere lontano. La poesia per quello che mi riguarda si scrive da sola in totale autonomia, passa per un canale diretto che sfiora la testa ma solo dopo aver attraversato il cuore di chi la trasmette alla gente. Il senso della lirica si capisce dopo averla riletta alcune volte, anche il trascrittore o poeta ne avverte la forza quando riesce a staccarsi dalla sua creatura. Quelle più decise hanno braccia, gambe e cuore; camminano da sole e partono per viaggi che nessuno sa dove le porteranno. Sono dispettose, amano la libertà assoluta, non vogliono essere troppo elogiate perché si sentono prese in giro, vogliono fare il loro mestiere ed essere pagate il giusto prezzo. Quando un verso sale a bussare alla mia porta so che ho pochissimi attimi per aprire, se tardo non la trovo più, infatti lei mi chiama dicendomi aprimi o morirò, è il loro stesso cuore che batte sull’uscio. Sono sempre loro che decidono a chi bussare, forse vogliono la garanzia che aprirai. Mi sento privilegiata ad avere l’onore di essere la prima ad ascoltarle, alcune rimangono ad abitare da me, e molte altre prendono treni notturni e spariscono per sempre come dei rifugiati che cercano asilo in paesi più accoglienti. Bisogna assecondarle darle respiro e nutrirle come meglio possiamo e, poi tenere le finestre sempre aperte perché a volte non salutano nemmeno.

Un paio di aggettivi per farti conoscere.
E’ difficile descrivermi in due aggettivi, ne userò uno che forse li include insieme “dualismo” inteso come ombra e luce, male e bene, bellezza e oltraggio, due facce della stessa medaglia che non possono essere divise e vanno comprese nella loro interezza, essendo del segno dei gemelli la cosa è molto marcata tanto che a volte sfiora la schizofrenia. La poesia tiene insieme le due parti facendole danzare armonizzandole in modo da non farle annoiare mai.

Hai pubblicato un libro? Parlacene e se possibile illustrandolo con una poesia altrimenti inviacela con una breve introduzione
Ho pubblicato la mia prima raccolta di poesie “Sul ciglio del cuore” nel 2013 con i tipi della Montecovello. Sono 56 liriche che toccano i temi cardine della vita; morte, madre, figli, amore, passione, c’è dentro la mia vita, il mio ventre e  tutta la passione di cui sono capace. Emozioni allo stato puro, una poesia da cui prende il titolo la raccolta è “Aprimi”  dedicata a mia madre” Aprimi, aprimi madre non lasciarmi sul ciglio del mio cuore” da cui si snoda il sentiero che ci porta a scoprire passaggi segreti e le sorgenti di alta quota. Io sono nata in montagna questo elemento è abbastanza presente, c’è una vita concentrata in semi d’eternità.

 Aprimi

Aprimi, aprimi madre,
non lasciarmi sul ciglio del mio cuore.
Per troppo tempo abbiamo ignorato
questo amore.

Io ti sono dentro e tu sei dentro di me.
Unite nella carne e nello spirito
ricongiungiamo ciò che l’uomo
ha diviso per sua crudeltà.

Non siamo serve dell’amore,
non siamo schiave della colpa,
di cosa? Di saper dare la vita?

Di proteggerla, dai colpi mortali
dell’indifferenza umana?
Accoglimi come se fossi io
il maschio vero,
l’io femminino non ha bisogno
d’istruzioni per l’uso,
sappiamo tutto, è insito in noi,
l’istinto di sopravvivenza, ma
la parte che io voglio da te,
è l’essenza, la stilla dell’amore puro.

Tu sei mia madre, mi appartieni
come io appartengo a te e alle generazioni
che ci hanno illuminato, il pensiero,
è pregno della tua presenza sempre,
nel cammino, nei passi, nei baci
dati al nemico, non c’è nulla
che possa separare ciò che il cielo
ha unito.

La pancia, il nostro tempio sacro,
a nessuno è permesso di entrare
se non per viverci.


domenica 21 settembre 2014

Sorridere alla felicità (di Cesare Moceo)



Entrare in punta di piedi
nell'anima spoglia
delle ombre oscure
che l'occultano,
cercare tra quei meandri
la purezza e, in questa,
ritrovare la ricchezza
per sopportare
immagini riflesse
di un passato mai perso
e lenire reminescenze dolorose
con nostalgie esse stesse
impregnate d'amore e dolcezza
inventando nuovi totem
da ossequiare appena
la straziante malinconia
t'afferra il cuore strappandoti
lacrime ardenti di paure
a scandire goccia dopo goccia
lenti tramonti; sentire scivolare
in quegli attimi, i respiri del tempo
vivendo la libertà
della propria debolezza
e raggiungere il giusto equilibrio
lanciandosi in risse di sensazioni
e sbronze di sentimenti
ad assecondare voglie
in avanzato stato di decomposizione
smarrite tra le strade del cuore
e correre il rischio di ritrovare la felicità.

Cesare Moceo

diritti riservati

Un re senza regno (di Cesare Moceo)


Lascio che il vento
impertinente
mi sussurri i miei anni,
che il suo sorriso
la sua dolcezza
la delicata tenerezza
del suo soffio
si nutra di me.
Trasporta le note
della mia giovinezza
accompagnato
da un cielo
dipinto dai colori
del temporale imminente.
Tutto questo mi avvolge
nella sensazione
di un re senza regno,
con in testa
la mia corona
di piaceri e di pene
a elogiare la mente
e sanguinare la fronte;
chiodi piantati
in un passato
dove i ricordi
volati nel tempo
si son perduti;
segni indelebili
ferite ancora sanguinanti
non cicatrizzate dal tempo
e cercare sempre
un pretesto
una ragione per sperare
per non sentirsi distrutto
e pregare e credere
per me per Voi
a un domani migliore.


Cesare Moceo
diritti riservati

Cesare Moceo


Cesare Moceo


Sono nato a Palermo il 29 settembre 1953 e nel mio passato c'è la cultura di uno studente che ha conseguito il diploma di maturità scientifica e che ha dovuto abbandonare gli studi per motivi economici e d'una sopraggiunta crisi esistenziale. Ho iniziato pertanto a lavorare nel settore della ristorazione ed oggi sono un gestore rinomato nella mia bellissima terra di Sicilia.
E' di quei tempi la nascita di questa passione di scrivere e raccontarmi in componimenti dove esprimo tutti i miei sentimenti. A me piace leggere, leggere tanto; poesie di tutti i poeti, classici e contemporanei i cui contenuti e messaggi mi rimangono impressi in modo aggrovigliato per poi sfociare in esternazioni di tormenti interiori, dolori e felicità vissute nella mia umile vita. Per me la poesia è rivelarsi affinché gli altri, nella ricerca delle loro verità, possano dar voce, nell'emulazione, ai loro sentimenti e guidarli alla scoperta delle proprie emozioni.
Sono presente in diverse antologie ed ho stampato un libro dal titolo "Percorsi” con cento delle mie poesie per regalarlo ad amici, parenti, clienti del mio ristorante, e a quanti amano la poesia e mi stimano.

Sono estroverso e sentimentale, forse un po' all'antica; credo ancora in tutti quei valori che hanno contraddistinto la mia generazione e che forse oggi si sono persi. 

sabato 20 settembre 2014

Disarme (di Rossella Rita Papa)



Gli occhi divorano
la paura,
assorbono l’orgoglio,
devastano la rabbia.

Ed io ti guardo: e sono disarme.


Rossella Rita Papa
diritti riservati

Giovinezza (di Rossella Rita Papa)



Un folle, giocoliere e poeta
s’affacciava al suo balcone,
culla di rose e spine,
e d’un canto di note e fantasia
dolcemente ci rassicurò.

A chi non sapeva entrarci
in un corpo
così giovane e mal ridotto;

a chi vi era troppo stretto
in quel mucchio di pelle:

chiese d’aver pazienza,
la giovinezza è solo una tempesta.


Rossella Rita Papa

diritti riservati

Rossella Rita Papa


Rossella Rita Papa

Papa Rossella Rita nasce il 14 febbraio 1995 a San Marco In Lamis.
Si trasferisce a Chieti, dove vive da 18 anni con la sua famiglia, a cui deve tutto.
A sei anni scopre nelle mani la magia della scrittura e quasi si meraviglia di quei versi che abbozza su fogli volanti.
Da allora, non passa giorno in cui non dedichi il tempo alla sua passione, come fosse una religione, un rito a cui non si sottrae mai.
Colleziona quaderni di pelle nera, dove conserva i suoi componimenti. Quando lascia fuggire qualche poesia da quella carta leggera, vince concorsi locali e partecipa ad e-book gratuiti, come Alda nel cuore 2014 e Goccia a goccia.
Con Aletti Editore partecipa all’edizione Poeti nel nuovo millennio XI con la poesia Giovinezza.
Decide di intraprendere la carriera giornalistica, collaborando nell’estate 2013 con Cityrumors; da Ottobre 2013 con  Abruzzoweb, giornale on-line  per il quale scrive tuttora.
Non è la cronaca, però, la sua vera vocazione; Rossella, dietro il “rosso scarlatto” di una bolla di cera, scrive lettere e racconti.
C’è un romanzo chiuso nel cassetto, ed è il posto dove risiede il sogno di diventare una scrittrice.
La macchina da scrivere è sul tavolo: è la sua storia da raccontare.

Intervista
E’ la domanda più complessa per un poeta quindi la propongo per prima: cosa significa poesia per te?  
Poesia, potrei dirle che anche un girasole col capo chino è poesia.. se
questo, in voi, provoca meraviglia. E stupore. E sorpresa. Se sente il bisogno
spontaneo di sorridere e sentirsi pieno. La poesia è l'arma senza dolore con la quale combattiamo la paura. Un rifugio per melodrammatici, la casa dove sentirsi nudi e non avere freddo mai.
Io non so dirvi di preciso, cos'è la poesia per me. Quando vi innamorate e non sapete spiegare come tutto sia iniziato: è poesia. Questa mano che fremita di scrivere è poesia. Ho lasciato che la mia intera vita prendesse la forma di una poesia, ho scelto di vivere incastrata in una strofa che non sa parafrasarsi.

Cosa ti muove a scrivere poesia?
Lo stesso motore che mi muove a ridere: la spontaneità, la leggerezza. E' la vita che mi detta queste parole, e mi concede prose e poesie, sonetti e romanzi. Ci sono storie scritte nella natura della vita, io voglio solo trascriverle e farvele conoscere.

La funzione del poeta oggi?
Oggi tutti e nessuno si dicono poeti. Odio chi crede che i poeti siano saggi anziani chiusi nelle loro gobbe: anche Leopardi è stato giovane come noi.
Il poeta oggi è semplicemente nascosto da un società che predilige gli affari piuttosto che l'arte. Si perdono tanto, ma forse è un bene che ci lascino all'ombra. L'arte è un tesoro che non deve conoscere maltempo. Chi è il poeta oggi? Ognuno di noi lo sa, agli occhi degli altri si diventa solo l'autore d'un libro. Potrei morire poeta senza mai aver pubblicato, e mi basterebbe così.

Un paio di aggettivi per farti conoscere.
Agrodolce, credo basti.

Amami (di Pasquale Esposito)


Eri nei  miei pensieri, mi dicesti: Amami
e da allora vedo te in un mondo
di colori dove ogni donna si veste  d'amore.
In un sogno più vero
eri ad un passo da me, fulminei istinti
accendevano sensazioni ed emozioni quando
mi dicesti Amami sulla sabbia
che ci avvolge di nascosto sorridendo  al mare.
Amami sotto  un pergolato che mi fa assaporare
l'uva reliquiosa che  appassiona labbra
gaudenti e mielate.
Amami sugli scogli di Marechiaro,
tra profumi mediterranei e colori cangianti
che si divertono a riflettere ridenti giochi d'amore
Amami in libertà lontano
da sguardi diffidenti e maldicenti.
Questo mi dicevi ripetutamente : Amami.

La mia risposta è semplice, ricalca il tuo dire:
Amami  or ora domani e
domani ancora, sotto la pioggia,
all'alba di un giorno
nuovo che sale per schiantarsi
in un tramonto ardente,
Amami, sarò tuo schiavo d'amore Sempre.

Esposito Pasquale
Tutti i diritti riservati

Vicoli e giaculatorie (di Pasquale Esposito)


Il sole si fa spazio
tra i tetti dei vicoli bui
cercando di giungere
nei tuguri, dove bambini emaciati
escono per correre incontro
all'aria e al sole.
E rompano con le  loro festanti grida
il silenzio complice della povertà.
C'è dolore nelle strade
dove la fatica non paga
con la dovuta moneta
padri che attendono giorni sereni.
Dolori informi di madri inaridite
che guardano il fondo dell'uggioso vicolo,
dove la speranza del cambiamento
dovrà venire per i loro figli
dopo secoli d'accidia e di folclore.
Di promesse dimenticate
dette e ridette nelle giaculatorie.

Esposito Pasquale
Tutti i diritti riservati

Pasquale Esposito


Pasquale Esposito



Pasquale Esposito è nato nel 1947. HA FATTO  IL BAGNINO, IL TAGLIATORE  DI  PELLE IN UNA FABBRICA DI BORSE, A Forcella, vico Zuroli, quattro anni il salumiere aiutando il padre. HA FATTO IL  SALDATORE, PER 18 ANNI ALL'Alfa Sud azienda automobilistica di Pomigliano D'arco (Napoli) , poi il tutor, e docente, infine direttore provinciale  del Patronato  Ital - uil di Caserta. Laureato in scienze  sociali , con 110  e lode, con  una tesi  sul lavoro minorile a Napoli. E' presente in  numerose riviste  di poesie, ha pubblicato tre libri  di poesie. Critiche positive dal  quotidiano  il Mattino, IL  Quartiere  di Ponticelli, e la rivista Milanese,  Abiti Lavoro.

E’ presente in numerose  riviste: Il Quartiere  ( Ponticelli) la Voce della Campania,  Abiti Lavoro quaderni di letteratura operaia  Milano. Mattino di Napoli. Menzione d’onore premio poesia Editore  Menna Avellino 1976. Menzione d’Onore sesta edizione premio poesia giardini “NAXOS” 1978.

Premio  I moti dell’Anima  Positano 2011 , sue   poesie pubblicate nell’antologia edizioni POSITANONEWS.

Menzione di Merito premio do poesia “PERLE DI POESIA” ANNO 2013   con l’opera dal titolo Dammi la tua mano. Presente nell’antologia poeti Viandanti dal titolo ConTatti DiVersi di Comporre Edizioni anno 2014 opera MèTe.

Ha pubblicato due libri di poesie: 1984 con  Albratos Editore Roma  con lo pseudonimo Pasquale Ponticelli. Il secondo  edito da Cultura 2000 Ragusa “ Vicoli e Giaculatori”




Intervista
E’ la domanda più complessa per un poeta quindi la propongo per prima: cosa
significa poesia per te?
La poesia per me  è un moto perpetuo dell'anima.

Cosa ti muove a scrivere poesia?
Una forza irrefrenabile, per sensazioni, intellettuali irripetibili, che danno benessere fisico e mentale. La poesia mi chiama in ogni minuto della giornata e … della notte.

La funzione del poeta oggi?
La funzione  del poeta oggi è  illuminare il buio oltre  l'orizzonte e con internet si può, con un clik leggono le tue poesie oltre l'orizzonte. Un atto d'amore , di pace, questa per me è la funzione del poeta oggi: donarli…

Hai pubblicato un libro? Parlacene e se possibile illustrandolo con una poesia altrimenti inviacela con una breve introduzione.
Ho pubblicato due libri, uno con lo pseudonimo di Pasquale Ponticelli, edizione Albratos,
L'altro con il mio nome edizione  Cultura Duemila Ragusa, dal titolo Vicoli e  giaculatorie.



VICOLI E GIACULATORIE

Il sole si fa spazio
tra i tetti dei vicoli bui
cercando di giungere
nei tuguri, dove bambini emaciati
escono per correre incontro
all'aria e al sole.
E  rompano  con le  loro festanti grida
il silenzio complice della povertà.
C'è dolore nelle strade
dove la fatica non paga
con la dovuta moneta
padri che attendono giorni sereni.
Dolori informi di madri inaridite
che guardano il fondo dell'uggioso vicolo,
dove la speranza del cambiamento
dovrà venire per i loro figli
dopo secoli d'accidia e di folclore.
Di promesse dimenticate

dette e ridette nelle giaculatorie.

Leggere e capire la poesia di Pasquale Esposito è come leggere  in filigrana in dramma di una analisi veritiera di  una dura  realtà che non trova modi di riscattarsi e sembra  precipitare verso baratri di dolori e di cupezze. L'interrogare e interrogarsi in lui è sempre un appellarsi ad uno schema di pensiero in cui traluce una immediata possibilità di risorgere da una condizione opprimente ma in cui si fa tremenda la pulsione della sua verità.