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sabato 16 gennaio 2016

I passi-al poeta Ashraf Fayadh (di Matteo Cotugno)


al poeta Ashraf Fayadh

La polvere delle parole
resta nell'aria

e un fumo fugace
stringe il tempo
alla morte
ancora più ingiusta.

Un fiotto di sangue
violenta ogni dio
ti sia chinato
obbediente
ma quell'eremo scelto
dagli altri per il tuo canto
non ne chiude il volo.

La fede indimostrabile
diventa sentenza certa
capovolgendo il mondo
all’odio.

Questi gli unici passi
rimasti
queste le uniche parole
come polvere di sassi
nell’aria rarefatta
dell’ingiustizia.


Matteo Cotugno
14-01-2016
inedita – diritti riservati


2 commenti:

  1. Ashraf Fayadh, poeta, curatore e artista di origine palestinese, nato e residente in Arabia Saudita, è detenuto da oltre due anni nel carcere di Abha, in Arabia Saudita. Fayadh, che fa parte del collettivo di artisti di Edge of Arabia e che nel 2013 è stato tra i curatori della mostra Rhizoma alla Biennale di Venezia, nel 2014 è stato arrestato nella città di Abha dalla polizia religiosa saudita con l’accusa di apostasia e di diffusione dell’ateismo con la sua raccolta poetica Le istruzioni sono all’interno (Dar al-Farabi, Beirut, 2007). A novembre del 2015 il poeta è stato condannato a morte per decapitazione da un tribunale saudita. Fayadh, che nei due anni di detenzione non ha mai potuto consultare un legale, ha sempre respinto tutte le accuse. Nel mese di dicembre, dopo il verdetto di condanna a morte, ha presentato appello sostenendo che le accuse fossero viziate da falsità e che non fossero supportate da prove. Ha anche affermato di essere un credente musulmano, respingendo così le accuse di aver rinunciato alla fede nell’Islam.

    Nel corso del 2015 molte sono state le iniziative internazionali per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul caso di Ashraf Fayadh e chiedere alle autorità saudite il suo rilascio. Nel dicembre 2015, il Festival Internazionale di Letteratura di Berlino ha lanciato un appello a individui, associazioni e organizzazioni a mobilitarsi per il 14 gennaio, data in cui in tutto il mondo si svolgeranno reading poetici e incontri a sostegno di Ashraf e della libertà di espressione.

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  2. Un tribunale saudita ha condannato a morte il poeta palestinese Ashraf Fayadh per aver rinunciato alla sua religione. Lo denuncia Human Rights Watch, che afferma di aver preso visione della sentenza. Il pronunciamento del giudice risale a martedì scorso e conferma il reato contestato dall'accusa, vale a dire aver "dubitato dell'esistenza di Dio".

    Nato da genitori palestinesi, ma cresciuto in Arabia Saudita, Fayadh è stato arrestato dalla polizia religiosa nel 2013, dopo che un suo lettore lo aveva accusato di incitamento a rinunciare all'Islam, a causa del contenuto di una sua raccolta di poesie del 2008. Rilasciato dopo pochi giorni, il poeta 50enne era stato arrestato nuovamente a gennaio 2014 nella città sud-occidentale di Abha. Una prima sentenza lo aveva condannato a quattro anni di prigione e 800 frustate, ma il giudice d'appello ha deciso di condannarlo a morte.

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