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giovedì 31 marzo 2016

Tragedie dei nostri tempi (con Maria Clotilde Cundari)



Il vento, sulla riva, agitava i capelli
che coprivano lo sguardo
di chi si chiedeva - Perché ? –
guardando il mare …
mentre il tramonto, impietoso,
rendeva rosso lo scenario
colorando il dolore di tanti.
Allineati sulla riva,
giacevano quei corpi di coloro
che avevano rincorso quel “ forse”:
- Forse ce la farò! -
Nulla aveva significato,
era come se, col fiato sospeso,
si aspettasse che qualcosa
potesse cambiare,
per mutare quella la realtà
a cui si assisteva impotenti.
Restava senza risposta ogni domanda
di chi, come me, avrebbe voluto trovare
un significato a questa realtà,
che imponeva di accettare la morte,
solo per chi non aveva avuto scelta,
e la vita, per chi, come me,
non era stato costretto a scegliere.
La notte accendeva un cielo
fatto di stelle che non hanno
mai smesso di luccicare
anche quando, sotto di loro,
il dolore non aveva bisogno di luce.
Accanto a quei corpi allineati
si ascoltavano tanti aliti di libertà,
e solo la loro eco muoveva l’aria
perché, intanto, anche il vento
si era fermato in segno di lutto.


Maria Clotilde Cundari
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