Ebooks Voci di Poesia

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martedì 30 giugno 2015

Intorno (di Italo Zingoni)


Intorno a te
tutto normale
tutto è come appare
il sole rompe il temporale
lo schiocco del lampo
la luce scompare.

Tutto regolare
niente di anormale
la vita prosegue sui soliti binari
in parallele di gesti
abitudinari e sempre scontati
–un po’ come i prezzi in tempi di crisi–
i volti i sorrisi i silenzi i rumori
tutto un po’ fuori da ogni sospetto
che sia invece soltanto finzione.

Intorno a te
miliardi di persone in un cerchio
sfidano il tempo e il tempo le sfida
chi grida chi tace chi nasce chi muore
–i volti i sorrisi i silenzi i rumori–
tutto normale
tutto è come appare
e intanto il sole scompare
l’orizzonte cambia colore
sul mare le vele sul mare i barconi.

Siamo tutti un po’ assorti
–davvero buoni ma poco incisivi–
a guardare nel rosso profondo
soltanto il colore dei vivi.


Italo Zingoni
 – L’ ANNO CHE VERRÀ – INEDITO - 28.06.2015 – © t.d.r.

“Tutti i diritti riservati ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni”.

mercoledì 17 giugno 2015

Accontentarsi (di Ada Jacono)


Accontentarsi
di briciole di specchi
di schegge di tempo
rubate con menzogne
sostenute da falsi alibi
Combattuta
tra paure e attese
interminabili ore,
ore di solitudine
mentendosi
Promesse
si allungano negli anni,
speranze e sogni
si assottigliano
spegnendosi
Consapevole
di quell’ora d’amore fugace
scandita dal tempo
rimane il silenzio
Ricomincia l’attesa; l’amante.


Ada Jacono Copyright© 2015
Artist: Garmasch Michael



I tuoi silenzi (di Maria Clotilde Cundari)


Non c’è fango
che ti possa nascondere
e non c’è abito di luce
che ti dia esistenza.
Sei quello che sei,
ed anche se urli
per farti sentire,
i tuoi silenzi
li ascolta solo chi ti ama.
Quello che non dici
è scritto nel tuo sguardo
e gli occhi parlano
con le parole segnate
sulla pelle dell’anima
per arrivare, con emozione,
a liberare tutto ciò che tace.

Maria Clotilde Cundari
diritti riservati



Volo (di Antonia Anna Pinna)


Se Icaro è riuscito a volare con ali di cera, anch’io volerò.
Costruirò le mie con piume d’aquila per salire più in alto.
Supererò le montagne, mi aprirò un varco tra le stelle…
Laggiù vedo un sole tutto mio…
Non posso dividerlo con nessuno perché lo bramo.
Coprirò la distanza impossibile e lo nutrirò di gioia.
Quella felicità tenuta in serbo così a lungo, nascosta agli occhi altrui…
Spazio interno, libero da ogni ostacolo; mi appartiene.
Come una creatura allevata da una madre cieca essa mi spinge ed io non temo il buio.
Ascoltare la musica dell’Universo e seguirla è l’unica via per fare il giusto salto verso l’ignoto…
Dietro il crinale c’è un’altra vita che mi attende ed io la baratterò con la mia.


Antonia Anna Pinna

diritti riservati


lunedì 15 giugno 2015

Smarrimento di amore (di Francesca Foglia)


Sparire dalla mia anima
e non vederla andare via.
Potrebbe forse farmi male
assisterne la morte.

Ma sono certo del bisogno
di spingerla verso un precipizio
e lasciare che cada nell'oblio,
che è ormai confuso nella sua stessa sostanza.

Vita era immensità,
occasione e libertà.
Io sono quanto attanaglia,
ora o forse da sempre,
panico odio e oppressione.

Qualcosa non ha funzionato,
e io merito di abbattere quanto ha cucito le membra del mio sfacelo,
quanto ha voluto, amato e nutrito
l'orrido cencioso incapace che abita in me.

Dunque vivo il diritto di dover soffocare la mia anima,
che con la sua impeccabile capacità di percepire
ha reso l'imperfezione intollerabile
e così la vista dello sguardo di sé.

Francesca Foglia
diritti riservati



Casa (di Francesca Foglia)


Mi hanno detto di una donna
che sul ciglio di una strada
ha venduto il suo cuore a un passato da dimenticare.
Mi han parlato della vita
di un uomo come molti
scaraventata a terra dalla dannata voglia
di un volo senza domani.

Ho pensato che fosse meglio sentire forte
sentire veramente
il dolce e l'amaro,
a piacere.
Pensavo anche lo strazio dovesse aver spazio,
come un incanto più profondo
che genera al tramonto
il cuore di chi può percepirne l'impeccabile rumore.

Ma penso forse
e probabilmente
che non c'e cuore in grado di sostenere
l'armonia degli opposti,
il tremante costante confine
tra il piacere più sfrenato
e il tormento più sottile.

Quando il rossore del tramonto
commuove il mio sguardo,
il pianto traccia solchi di sangue sulle mie ossa.
E goffa e smembrata,
striscio indietro verso casa,
non avendo luogo dove andare.

Il tetto é crollato e così le sue possenti prese di posizione
sempre solo mura,
le più strette e imponenti.
Ed io
fragile e odiosa
nell'angolino al centro.

Assecondare una paura
era fuoco di un possente camino.
Ed io vi restavo accanto,
recitando una preghiera.
Ancora sto pregando?


Francesca Foglia

diritti riservati


Infinito respiro (di Francesca Foglia)


Sfumatamente scorrono le dita
e spremono i tasti
e il suono si colma,
dondolando.

Sibilano i fiati,
profondi respiri
e dolci richiami
di futuri passati.

Così vibrano le membra,
sciolte
slegate
placate
e carezzevoli.

Albeggia la nota
e accende il tramonto.
Sorge la luna
e santifica l'immenso.

Poi l'infinito
e la tregua del mondo,
il coraggio e la forza
per tornare a lottare.


Francesca Foglia
diritti riservati


Boia dal forte gioire (di Francesca Foglia)


Ancora paura,
ancora male,
ma conduco io per lo più.

Io il giudice severo
io l'artefice io l'odioso carnefice,
io il boia.

Ancora male.
Io sola che sviscero i miei sogni,
io che vomito speranze, consapevolezze, giorni nuovi diversi felici.
Io, martire dal forte sentire.

Boia che decapita il piacere,
che ne annulla i colori
in un abbraccio folle che lo fa soffocare.

Io ancora, io ora
che cerco di vendicarmi del passato,
terrorizzandomi.

Io che cerco di preservarmi dal terrore del coraggio,
rantolando nella morte.

Povero cuore,
dissidiato nauseato inarrestabile
cuore.

Grido aiuto
e l'unica salvezza sembra nuovamente trovarsi nell'antagonista,
che vesto io ormai.

Il tirannicida si armeggia,
devasta conquista libera,
fino a farsi orribile e dispotico devastatore.

La via è l'amore,
la scelta di volere che l'odio
non sia l'unico mondo possibile,
in cui violentare sussultando.

Respiro profondo,
poesia, bellezza, giustizia, libertà.
Ed un rivoltoso fedele a se stesso,
un giustiziere dolce e invincibile,
una donna dal forte gioire.


Francesca Foglia
diritti riservati



martedì 9 giugno 2015

La libanese (di Valentina Imperiu)


Valentina Imperiu

La libanese

Il mio nome è Layla, nata sunnita a Beirut.
Mangiavo nuvole e colori.
Sabbia rossa tra le mani e piccole conchiglie di sale e felicità
i miei giochi.
Fino a quel giorno...
1982.
La morte si è chinata sui miei fratelli e li ha fatti a pezzi.
Mia madre, in ginocchio a raccoglierne i resti,
urlava il suo pianto per le strade.
Nessuna parola poté più fiorire nella piccola bocca,
solo il seme metallico della paura.
La follia dell'uomo ha sfregiato i nostri volti e
l’ieri si è schiantato al suolo col fragore delle bombe.
1983.
Ho 8 anni e nell'anima strappata l'orrore di Damur e di Sabra e Shatila
mi vortica nel sangue come un veleno.
I miei si sono fatti esplodere di rabbia e sono rimasta sola.
L'istituto, in cui intrecciavo i capelli coi nastri sbiaditi dei ricordi,
era grigio e mannaro.
Sotto il cuscino sogni ad occhi aperti, che non stingevano all'alba.
Ho 14 anni, parlano di Repubblica Libanese.
Il sole dovrebbe sorgermi dentro, ma la saggezza del cedro non m’illude
e già so che sarà ancora inverno
con qualche goccia di sole sulla neve stanca.
Mi chiamo Layla e sono scura,
come la notte della mia terra.




I ragazzi di Scampia (di Tina Piccolo)


Tina Piccolo

I ragazzi di Scampia

Stringo al cuore una pupattola di pezza
fatta dai ragazzi di Scampia
quando per loro recitammo
versi pieni d'amore
e donammo canzoni appassionate...
I giovani hanno la rabbia in corpo
e rischiano la pelle,
sanno che la violenza
si cela ad ogni angolo di via
e son pronti a vendere la vita...
Guardali, n ogni sguardo
c'è una storia da raccontare,
qualcuno non conosce la speranza…
Hanno paura ma TACCIONO...
Andiamoci a Scampia,  donare
un sorriso, una carezza,  a far capire
che ci son valori
che non vanno traditi, mai...
Lotteranno anche loro per il bene,
hanno bisogno di essere difesi
dall'ingiustizia, dalla malavita...
E stringo al cuore
la pupattola di pezza
e sembra che sorrida,
me la donarono bambini
senza infanzia eppure
gli occhi brillavano d'amore
e chiedevano "aiuto"...


TINA PICCOLO (AMBASCIATRICE DELLA POESIA ITALIANA NEL MONDO/CRITICO LETTERARIO E DI ARTI VISIVE)


Minatore (di Stefania Onidi)


Stefania Onidi

Minatore

Sosta la luce fioca dell’ora finita
all’orizzonte, quasi un regalo tra i passi del ritorno.
Anche oggi,
in un tempo sospeso ho seppellito
i miei respiri
nelle profondità della terra.
Non passa aria nei polmoni eppure
scavare è il mio lavoro.
Scavo
con queste mani,
ogni buco un nodo nella carne,
un solco di storia,
a fiato corto e pancia vuota.
Dissotterro
ore interminabili di fatica,
e sudo
nell’oscurità della roccia
per briciole di dignità
da celebrare sull’altare quotidiano del giorno.

Ho fame di luce
ho fame d’aria
ho fame di pane.
Il mio domani è appeso a un sogno: 
uomini liberi,
non padroni né servitori.

Avanza rapida la notte – ma è una notte senza fine –
nel turno continuo del silenzio,
con esso questa volta
la luna.




Ciao Omar (di Sandra De Felice)


Sandra De Felice

Ciao Omar   (7 Luglio 2014)

Piange il vecchio padre…
le sue lacrime sono petali di rosa
sparsi lungo il viale dell'addio.
Non hanno più colore gli occhi suoi,
tanto piange... stringendo la dignitosa giacca
di uomo di altri tempi.
Pensa ad un passato ormai dissolto
e ad un futuro di dolore
racchiuso nella disperata rassegnazione...
Piange il vecchio padre
sulle giovani spoglie del suo amato figlio
mentre il cielo piange una stella spenta...
Ciao Omar...

dedicata a Omar Tullio*




*Il tema sociale in questa poesia e' il dolore... esattamente quello di un anziano genitore che perde il giovane figlio in seguito ad una malattia, un genitore anziano, pensionato, lasciato solo da chi di competenza, durante questo cammino di sofferenza durato svariati anni.

Niente si muove (di Samuel Paterini)


Samuel Paterini

Niente si muove

Schizzi d'acqua sul viso
mentre fuori c'è il sole
muove il silenzio il bagliore
ma il freddo penetra come una lama.
I nuovi borghesi timbrano il cartellino
la notte, il meriggio, il mattino.
Precari senza saperlo affossano alle spalle ciò che resta di una classe operaia.
Il popolo bue mai cambierà la storia,
la massa si lascia dividere inseguendo false chimere.
Etica svanita, denaro dominatore,
tutti dietro ad una cattedra e... signorsì padrone!
Ignara è la mattanza finché bussa alla porta accanto,
greve è il timore d'un passo indietro,
come quello che urlasti tu rivendicando i tuoi diritti.
Perduti per sempre in quel giorno che dimenticasti i tuoi doveri,
la tua dignità.
Ignaro,
ingrato.


Nuvole bianche (di Salvina Distefano)


Salvina Distefano

Nuvole bianche

Lamenti di dolore assordante
giungono da terre lontane…
fendono l’anima mia
come lame taglienti.
Inerte e impotente
rimango immobile,
attonita e smarrita
dall’orrore di feroci uomini
che sporcano di sangue
le nuvole bianche.




Il giorno più non levò (di Rosy Pozzi)


Rosy Pozzi

Il giorno più non levò

S’avventano impietosamente allo spuntare dell'alba
jihadisti somali con disumana ferocia
su studiosi inermi sorpresi nel sonno…
- E per loro più non leva il sole.

Centinaia di menti separate dal culto,
ragazzi castigati e distrutti in gioventù,
trucidati senza colpe né pietà
- Freddati in questa arida rossa terra già ostile.

Vite barbaramente strappate al sorgere del giorno,
allo studio, alla ragione terrena - decapitandole…
Ultimato in serata è lo scempio che lascia un manto
- Carneficina e strazio nel luogo del sapere.

Villeggiante in suolo kenyota dal fascino primordiale,
maggiormente l’atrocità colpisce, avvilisce,
ammutolisce per disumana vigliacca strage
- Un gesto che al solo pensiero ribrezzo mi fa.

Questo immenso tropicale cielo
qui di fatto più vicino e più blu
ancora più luminescenti diamanti farà brillare e contemplare
- Ma in occhi lucidi ora si tramuterà lo sguardo mio rivolto lassù.


02aprile2015 / Kenya, Campus universitario di Garissa /Nairobi  





Quel male oscuro (di Rosetta Sacchi)


Rosetta Sacchi

Quel male oscuro che l’anima uccide

Ho sepolture dentro il cuore
che soffocano le rose dei ricordi
dove il silenzio occulta uragani
e l’anima  è una zattera
nel fragore delle onde
non teme il fondo
un male che divora ogni pensiero
quasi fosse di carne
la luce fuori folgora il mio inferno
e nell’oscurità d’una notte eterna
il tempo strangola le ombre alle pareti.




Ora donna (di Rosalba Di Vona)


Rosalba Di Vona

Ora donna

A te donna
verrà sussurrato
di farti luce nell’amore

Sarai incoraggiata
a non pensare di esagerare

Perché è poco quello che si dona ed è
più bello concedere che avere

Il donare è generosità infinita
ti sarà bisbigliato

Non cadere nella trappola
di chi nasconde
in queste suadenti frasi
solo il  suo desiderio

Frasi formulate per avere la tua dignità e
intrappolarla nelle maglie
di una rete fitta e con arte elaborata

Donna
ascolta
dona il tuo amore
dona il tuo cuore
ma
solo
a chi ti rispetta.




Case impopolari (di Roberto Marzano)


Roberto Marzano

Case impopolari

Perché nessun uomo dovrebbe abitarci
figuriamoci un bambino che ha solo otto giorni
il tetto ondulato che col vento si schioda
trasforma in ghiacciaia quell'unica stanza
non più di tre passi, una sedia e un secchio
le pentole in latta senza etichetta
un freddo bastardo che morde le ossa
la coperta non basta, la bombola è finita
il materasso ha le impronte dei calci dell'alba
che sfonda coi pugni la porta di carta
in questo nero febbraio, ortiche negli occhi
siam povera gente, nonnulla di peggio
ma c'è un'ingiunzione ricoperta di neve
che ci spinge più in là con i topi in omaggio
in un campo di fango, rumore, gramigna
una fontana impazzita che tossisce e che sputa
acqua buia, giallastra e sguardi traversi
singhiozzi lunghi anni che non trovano sfogo
e va già bene che i gas sono ormai fuori moda
ma è così che ora si fa sui confini
delle inflessibili città dei Gagi.