Roberto Marzano
Case
impopolari
Perché
nessun uomo dovrebbe abitarci
figuriamoci
un bambino che ha solo otto giorni
il
tetto ondulato che col vento si schioda
trasforma
in ghiacciaia quell'unica stanza
non
più di tre passi, una sedia e un secchio
le
pentole in latta senza etichetta
un
freddo bastardo che morde le ossa
la
coperta non basta, la bombola è finita
il
materasso ha le impronte dei calci dell'alba
che
sfonda coi pugni la porta di carta
in
questo nero febbraio, ortiche negli occhi
siam
povera gente, nonnulla di peggio
ma c'è
un'ingiunzione ricoperta di neve
che ci
spinge più in là con i topi in omaggio
in un
campo di fango, rumore, gramigna
una
fontana impazzita che tossisce e che sputa
acqua
buia, giallastra e sguardi traversi
singhiozzi
lunghi anni che non trovano sfogo
e va
già bene che i gas sono ormai fuori moda
ma è
così che ora si fa sui confini
delle
inflessibili città dei Gagi.
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