Ancora paura,
ancora male,
ma conduco io per lo
più.
Io il giudice severo
io l'artefice io
l'odioso carnefice,
io il boia.
Ancora male.
Io sola che sviscero i
miei sogni,
io che vomito speranze,
consapevolezze, giorni nuovi diversi felici.
Io, martire dal forte
sentire.
Boia che decapita il
piacere,
che ne annulla i colori
in un abbraccio folle
che lo fa soffocare.
Io ancora, io ora
che cerco di vendicarmi
del passato,
terrorizzandomi.
Io che cerco di
preservarmi dal terrore del coraggio,
rantolando nella morte.
Povero cuore,
dissidiato nauseato
inarrestabile
cuore.
Grido aiuto
e l'unica salvezza
sembra nuovamente trovarsi nell'antagonista,
che vesto io ormai.
Il tirannicida si
armeggia,
devasta conquista
libera,
fino a farsi orribile e
dispotico devastatore.
La via è l'amore,
la scelta di volere che
l'odio
non sia l'unico mondo
possibile,
in cui violentare
sussultando.
Respiro profondo,
poesia, bellezza, giustizia,
libertà.
Ed un rivoltoso fedele
a se stesso,
un giustiziere dolce e
invincibile,
una donna dal forte
gioire.
Francesca Foglia
diritti riservati
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