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sabato 10 gennaio 2015

Venne il mattino (di Stefania Onidi)


Venne il mattino
poi mi innamorai dell’idea
di te.
Fui come un treno in corsa su un binario morto.
Ebbi le ali del vento e il profumo dei fiori a marzo.
Venne il mattino
e non volli vedere i tuoi occhi per non provare un dolore,
continuai a dormire un sonno profondo
con la tua foto tra le mani.
Venne il mattino
per farci lontanissimi
come terra e cielo che
pur dormendo l’uno sull’altra non s’incontrano
e non s’incontreranno mai.
Fu così che
m’aggrappai all’idea
di te.
Ti disegnai così perfetto nel mio cuore
coi colori vivi della fantasia:
tu un illusorio pretesto
per addolcire i giorni
per sentirmi viva.
Quando fummo felici
fu come affondare le labbra nello zucchero filato,
dimentichi del mondo intorno.
Un giorno mi voltai
per guardare quell’immagine di noi
ma non la trovai più.
Venne il mattino e ci divise
fu allora che m’aggrappai all’idea
di te,
non più a te,
non a te.
Raccolsi i frantumi del “noi”
e rimasi sola
a contemplare l’alba
di un nuovo presente.

Stefania Onidi
diritti riservati


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