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lunedì 15 giugno 2015

Boia dal forte gioire (di Francesca Foglia)


Ancora paura,
ancora male,
ma conduco io per lo più.

Io il giudice severo
io l'artefice io l'odioso carnefice,
io il boia.

Ancora male.
Io sola che sviscero i miei sogni,
io che vomito speranze, consapevolezze, giorni nuovi diversi felici.
Io, martire dal forte sentire.

Boia che decapita il piacere,
che ne annulla i colori
in un abbraccio folle che lo fa soffocare.

Io ancora, io ora
che cerco di vendicarmi del passato,
terrorizzandomi.

Io che cerco di preservarmi dal terrore del coraggio,
rantolando nella morte.

Povero cuore,
dissidiato nauseato inarrestabile
cuore.

Grido aiuto
e l'unica salvezza sembra nuovamente trovarsi nell'antagonista,
che vesto io ormai.

Il tirannicida si armeggia,
devasta conquista libera,
fino a farsi orribile e dispotico devastatore.

La via è l'amore,
la scelta di volere che l'odio
non sia l'unico mondo possibile,
in cui violentare sussultando.

Respiro profondo,
poesia, bellezza, giustizia, libertà.
Ed un rivoltoso fedele a se stesso,
un giustiziere dolce e invincibile,
una donna dal forte gioire.


Francesca Foglia
diritti riservati



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