Francesca Foglia
Notte
di prostitute e saltimbanchi
Sfilano.
I loro tristi occhi
stanchi,
stremati e danzanti.
Sui marciapiedi neri e
santi,
sfilano.
Le loro labbra
palpitanti
si accendono di
desiderio,
non comune ai loro
scrutatori,
simile a scintille e
rivoluzioni.
La luce in cui
scioglieranno i catenacci
tarderà forse
o mai sorgerà.
Terranno ancora
d'ora in avanti
la stessa voglia di
dolore e omertà.
Così sfilate innanzi a
me,
che percepisco il
vostro martirio,
che ne faccio mia
carezza,
mio segreto delirio.
Io saltimbanco e
venditore di disvalori,
rabbie e frustrazioni,
umidi semi di morte.
Conscio ormai della mia
bassezza,
do l'addio al mio vivo
spirito.
Accolgo in voi il
tramonto
di giustizia e
sentimento,
d'amore e libertà.
Così sfiliamo disperati
nella notte impietosa.
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