Romano Carlo Vito nasce
il 24 gennaio 1949 a
Altamura (BA) sposato e padre di tre figlie. All’età di sedici anni si
trasferisce pieno di speranze a Milano, inizialmente lavora in una lavanderia, un lavoro che non
appagava pienamente i suoi obiettivi, decise di cambiare direzione ed entra nel
ramo della ristorazione; un lavoro duro, stressante ma nello stesso tempo appagante.
Intervista
Cosa
significa per te la poesia?
Per me la poesia è vita, il sostanziale respiro, il sale
fondamentale che dà sapore alla vita, è amore viscerale, un ardente fuoco che non brucia ma riscalda, un continuo
sognare a occhi aperti, una infinita ricerca per migliorare le coscienze umane,
profondere magicamente con la voce dell’anima gli adeguati messaggi costruttivi,
inculcare per il bene dell’umanità le solenne e adeguate riflessioni balsamiche
per capire al meglio il vero senso della nostra esistenza.
Cosa ti
muove a scrivere poesie?
Un forsennato bisogno interiore, un desiderio
indelebile di gridare a pieni polmoni che la vita è un grande dono, talmente
grande che va amata e pienamente rispettata.
La
funzione del poeta oggi.
Fare comprendere all’umanità i veri valori
umani, inculcare con la poesia coloro che si lasciano andare o si perdono senza lottare, infondere con l’arte poetica messaggi
positivi, somministrare per il bene dell’umanità schegge di saggezza e di
speranza.
Un paio
di aggettivi per farti conoscere.
Riflessivo, testardo e riservato quanto basta.
In verità preferisco rimanere al buio troppa luce mi acceca.
Hai
pubblicato un libro? Parlacene magari illustrando con una poesia.
Soltanto due libri cartacei con altri poeti e
diverse antologie di poesia in formato ebook curate dal poeta Matteo Cotugno.
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