Antonia Anna Pinna
Antonia Anna Pinna è nata a Villalago (AQ) nel 1957
vive un infanzia a contatto con una natura un po’ aspra ma incontaminata. Il
suo contesto familiare le consente di vivere e sperimentare in totale libertà
l’approccio con una comunità montana piena di valori autentici e forti, dove
tutti si sentono impegnati a crescere i figli che sono un bene comune e
prezioso. In famiglia lo zio ha un gruppo musicale “I Monelli” che negli anni
sessanta riscuote un discreto successo a livello locale, anche lei possiede una
vena artistica molto divertente, i componenti di questo gruppo la portano spesso con loro, e si cimenta in varie occasioni pubbliche in
imitazioni di personaggi noti anche difficili quali Luis Armstrong e Ruggero
Orlando. Nel 1969 la famiglia si trasferisce a Merano (BZ) e frequenta la
scuola con risultati buoni, ma le ottime opportunità di lavoro la spingono ad
impegnarsi nel campo della moda. E’carina, affabile e molto simpatica, è del
segno dei gemelli che per loro natura sono volitivi, svegli e fanciulleschi.
Conosce un ragazzo che diventerà molto presto suo marito, infatti a 19 anni è
già moglie e madre. La sua vena artistica si trasforma e matura in passione per
la musica, i suoi gruppi preferiti sono i Doors, i Rolling Stones, gli Yes e
tanti gruppi che hanno arricchito il panorama musicale degli anni 70. Frequenta
ragazzi che studiano al Dams Università di Bologna e con loro parla spesso di
arte, cinema e teatro. L’impegno famigliare non le concede tuttavia molto
spazio e comincia a studiare materie che l ‘appassionano molto come letteratura
e storia. Nel 1988 si impiega presso il centro sportivo della banca d’Italia,
le varie attività le consentono di conoscere molta gente con cui negli anni ha
costruito un rapporto di collaborazione e stima. Lavorando in questo contesto
era scontato che iniziasse a fare sport all’aria aperta, tennis e nuoto sono i
suoi preferiti. Legge moltissimi libri, anche romanzi ma non l’appassionano
molto, a lei piace la vita reale. Segue i programmi culturali sui giornali in
televisione e comincia a scrivere dei piccoli pensieri. Per molti anni si
occupa solo della sua vita privata ma con l’allentamento dei doveri familiari
si concede delle piccole incursioni nel mondo letterario. Comincia a scrivere
sonetti che la divertono molto. La vena si trasforma nuovamente, si converte in
poesia è nasce un vero grande amore. Alcune amiche la convincono a tentare la
via della pubblicazione anche se è molto restia, in quanto la poesia nasce dal
profondo e si sente come se dovesse spogliare la sua anima. Comincia a mandare
qualche opera al “Gazzettino della Valle del Sagittario” giornale online
Abruzzese diretto dal Prof. Roberto Grossi, il suo paese le è rimasto nel cuore
e appena può scappa nella sua mini casa nel borgo natio inserito nel Club “ I
più bei borghi d’Italia” scrive anche alcuni articoli e si fa conoscere in una
nuova veste. A settembre 2013 esce la sua prima raccolta di poesie dal titolo
“Sul ciglio del cuore” pubblicato con i tipi della Montecovello. Entra a far
parte con vari autori al “Progetto fiaba” volto a finanziare gli Ospedali
pediatrici Oncologici e nascono vari volumi di filastrocche e fiabe. Nel 2014
partecipa a qualche concorso letterario tra cui “Alda Merini e riceve una
menzione di merito per la poesia Maddalena. Altra menzione lo scorso giugno per
il concorso “Io esisto” con la poesia Trono patrocinato dalla U.I.L.D.M. ass.
per la lotta alla distrofia muscolare di Ottaviano (NA). Partecipa a varie
antologie a tema sociale. La sua espressione poetica nasce dalla sedimentazione
delle emozioni estratte dalla vita vera e dai sogni, che vivono vite,
apparentemente separate, ma interferiscono continuamente con i nostri progetti.
Sta lavorando ad un altro libro e sta sviluppando altri progetti artistici che
comprendono anche il fumetto. Si augura che questa nuova attività poetica sia
lunga e venga accolta con piacere dai lettori. La vita non è mai statica e la
maturazione se è sana può sorprenderci notevolmente, rimaniamo aperti e forse
ci accadrà qualcosa che non avevamo previsto.
Intervista
Cosa significa per te
poesia?
La poesia è il mio canto e il mio
dolore, è il succo che sgorga dalla mia fonte, è il togliere le parole inutili
e lasciare solo l’essenza delle emozioni date e prese, è la traccia del mio
passaggio sulla terra, la poesia è e basta, non si deve mai spiegare perché
quello che sembra non è e quello che è non sembra.
Cosa ti muove a scrivere
poesia?
Il movimento è la musica sono gli
elementi che più contribuiscono alla nascita della mia poesia. Energia alla
stato puro, moto perpetuo dove perdersi e creare nuove forme d’espressione,
spesso mi sveglio in piena notte con l’esigenza fisica di mettere sulla carta
parole che nemmeno io comprendo bene in quel momento, quando le rileggo al
mattino le trovo piene di senso e d’amore che mi avvolge con una grazia che mi commuove sempre. Resta
il mistero del perché viene a svegliare me e non chi mi sta accanto.
La funzione del poeta
oggi?
Io credo che il poeta sia la sentinella
che fa gli avvistamenti e manda i messaggi a chi vive in una posizione che gli
impedisce di vedere lontano. La poesia per quello che mi riguarda si scrive da
sola in totale autonomia, passa per un canale diretto che sfiora la testa ma
solo dopo aver attraversato il cuore di chi la trasmette alla gente. Il senso
della lirica si capisce dopo averla riletta alcune volte, anche il trascrittore
o poeta ne avverte la forza quando riesce a staccarsi dalla sua creatura.
Quelle più decise hanno braccia, gambe e cuore; camminano da sole e partono per
viaggi che nessuno sa dove le porteranno. Sono dispettose, amano la libertà
assoluta, non vogliono essere troppo elogiate perché si sentono prese in giro,
vogliono fare il loro mestiere ed essere pagate il giusto prezzo. Quando un
verso sale a bussare alla mia porta so che ho pochissimi attimi per aprire, se
tardo non la trovo più, infatti lei mi chiama dicendomi aprimi o morirò, è il
loro stesso cuore che batte sull’uscio. Sono sempre loro che decidono a chi
bussare, forse vogliono la garanzia che aprirai. Mi sento privilegiata ad avere
l’onore di essere la prima ad ascoltarle, alcune rimangono ad abitare da me, e
molte altre prendono treni notturni e spariscono per sempre come dei rifugiati
che cercano asilo in paesi più accoglienti. Bisogna assecondarle darle respiro
e nutrirle come meglio possiamo e, poi tenere le finestre sempre aperte perché
a volte non salutano nemmeno.
Un paio di aggettivi per
farti conoscere.
E’ difficile descrivermi in due
aggettivi, ne userò uno che forse li include insieme “dualismo” inteso come
ombra e luce, male e bene, bellezza e oltraggio, due facce della stessa
medaglia che non possono essere divise e vanno comprese nella loro interezza,
essendo del segno dei gemelli la cosa è molto marcata tanto che a volte sfiora
la schizofrenia. La poesia tiene insieme le due parti facendole danzare
armonizzandole in modo da non farle annoiare mai.
Hai pubblicato un libro?
Parlacene e se possibile illustrandolo con una poesia altrimenti inviacela con
una breve introduzione
Ho pubblicato la mia prima raccolta di
poesie “Sul ciglio del cuore” nel 2013 con i tipi della Montecovello. Sono 56
liriche che toccano i temi cardine della vita; morte, madre, figli, amore,
passione, c’è dentro la mia vita, il mio ventre e tutta la passione di cui sono capace. Emozioni
allo stato puro, una poesia da cui prende il titolo la raccolta è “Aprimi” dedicata a mia madre” Aprimi, aprimi madre
non lasciarmi sul ciglio del mio cuore” da cui si snoda il sentiero che ci
porta a scoprire passaggi segreti e le sorgenti di alta quota. Io sono nata in
montagna questo elemento è abbastanza presente, c’è una vita concentrata in
semi d’eternità.
Aprimi
Aprimi, aprimi madre,
non lasciarmi sul ciglio del mio cuore.
Per troppo tempo abbiamo ignorato
questo amore.
Io ti sono dentro e tu sei dentro di me.
Unite nella carne e nello spirito
ricongiungiamo ciò che l’uomo
ha diviso per sua crudeltà.
Non siamo serve dell’amore,
non siamo schiave della colpa,
di cosa? Di saper dare la vita?
Di proteggerla, dai colpi mortali
dell’indifferenza umana?
Accoglimi come se fossi io
il maschio vero,
l’io femminino non ha bisogno
d’istruzioni per l’uso,
sappiamo tutto, è insito in noi,
l’istinto di sopravvivenza, ma
la parte che io voglio da te,
è l’essenza, la stilla dell’amore puro.
Tu sei mia madre, mi appartieni
come io appartengo a te e alle
generazioni
che ci hanno illuminato, il pensiero,
è pregno della tua presenza sempre,
nel cammino, nei passi, nei baci
dati al nemico, non c’è nulla
che possa separare ciò che il cielo
ha unito.
La pancia, il nostro tempio sacro,
a nessuno è permesso di entrare
se non per viverci.
Se la poesia di Antonia è "il togliere le parole inutili e lasciare solo le emozioni" credo che le abbia tolte tutte perché dopo aver letto la sua bibliografia e le risposte all'intervista ho constatato che di parole inutili non ce ne sono. Inoltre afferma che le è difficile descriversi in due aggettivi per poi riuscire a descriversi in una sola parola: dualismo. E sono quei dualismi che racconta e che scrive a rendere le sue liriche, che io ho avuto il piacere di leggere, un percorso interiore che parte dall'anima e sfocia in fondo al cuore di chi legge.
RispondiEliminaGrazie Carmelo, i tuoi complimenti mi onorano e commuovono.
RispondiEliminaNon è un anonimo che ha risposto ma Antonia Anna Pinna
EliminaAnna permettimelo e accogli il senso delle mie parole senza pensare che io esageri. Ti paragono a J.L.Borges. Non una delle sue poesie mi ha mai lasciato senza regalarmi qualcosa di particolare, misterioso ma evidente. Lo stesso mi avviene con te Anna. Ogni tua poesia contiene almeno un nocciolo magico, un nucleo germinale che stimola la mia mente a nuovi pensieri... leggere per pensare e non solo leggere per leggere.
RispondiEliminaGrazie infinite,spero di averle donato qualche scintilla. Anna
Elimina