Sei
arrivato
dopo
aver tanto faticato
curvato
sui fogli a lungo
fino a
consumarti del tutto.
Verso
sera ti sei ritrovato
in un
corpo ingobbito e stanco,
hai
percorso strade disgregate
costellato
di affanni.
Hai
trovato lame tagliente sul selciato
che
hanno reciso gran parte di te
hai
tenuto per te gli insulti, il dileggio
nascondendo
nel privato
dentro
l’anima il tuo penare
senza
fare superflui mozioni.
Non ha
bisogno
di
clamore il dolore
dopo
aver tanto sopportato
ingoiato
ingiustizie
riscosso
offese.
Hai
bevuto dal calice della vita
il tuo
stesso sangue maligno
hai
ingoiato in silenzio
il
dolente segno del tuo essere,
quanti
amori non corrisposti
quante
repliche è istanze
mentre
la vita in te soffocava
non
riconobbe silenzio ne pietà.
Restano
pochi spiccioli nelle tasche
come
il tempo che rimane
si
incammina il poeta stanco…
avvilito
verso sera.
Carlo
Romano
diritti
riservati
“S’incammina il poeta stanco…/avvilito verso sera”
RispondiEliminaIl poeta porta il carico delle sofferenze del mondo, ha sofferto in silenzio, giacchè il dolore non ha bisogno di clamore, ha sopportato ingiustizie, ha dato tutto di sé senza chiedere e riscuotere niente. Pochi spiccioli in tasca, poco il tempo che rimane. Belle ed intense immagini queste del poeta Carlo Romano.
Grazie mille Rosetta Sacchi per averla letta e commentata.
EliminaGrazie di vero cuore Rosetta Sacchi, Carlo Romano.
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