Salvina Distefano
Nata
il 3 Febbraio 1960, vivo a Mirabella Imbaccari (CT), un piccolo paese di
cinquemila anime dell’entroterra siciliano, dal quale non mi sono mai
distaccata e mai mi distaccherò, poiché in esso trovo tutto ciò di cui ho
essenzialmente bisogno: pace, ottima qualità di vita, familiarità nei rapporti
interpersonali e, soprattutto, quelle meravigliose colline, mai dimenticate dal
sole, che accarezzo con lo sguardo ogni mattina dalla mia finestra. Gestisco
una piccola azienda di fiori artificiali, nella quale riverso anche buona parte
dalla mia creatività.
Intervista
Cosa significa poesia per te?
La poesia è: afferrare al volo un’emozione e renderla parola.
Cosa ti muove a scrivere poesie?
Scrivere poesia è terapeutico e liberatorio, è un momento di
intimità con me stessa. Ciò che scrivo è semplice e spontaneo, non sono
condizionata dalle regole della metrica e dalle rime, in quanto non le ho
studiate, scrivo di getto e dimentico spesso i foglietti che trovo nel tempo
sparsi dentro i cassetti e per la casa.
Qual è la funzione del poeta, della poesia oggi?
Il poeta di oggi non può più trincerarsi dentro una “torre d’avorio”
come nel passato, ma deve avvicinare la sua poesia al linguaggio della
collettività, solo così potrà raggiungere chi la legge, proprio come fanno
alcuni cantautori impegnati, come De Andrè, Battiato, solo per citarne alcuni,
che con i loro straordinari testi hanno unito musica e poesia in un connubio
immortale.
Un paio di aggettivi per descriverti e farti conoscere al
pubblico.
Paziente, emotiva.
Parlaci di una tua poesia o di un tuo libro se lo hai pubblicato.
Nel gennaio 2014 è stata pubblicata la mia prima raccolta di
poesie: “Riflessi dell’anima”. Incoraggiata dalle mie due amate figlie e anche
grazie ai preziosi consigli di Matteo Cotugno, che mi ha anche inserito in sei
antologie.
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