Ti aspettavo
con le mani tese
come l'affamato il
pane.
Ti aspettavo scrutando
in ogni dove pronto
per agganciarti
nel più tenero
degli abbracci.
Ti aspettava il mio
tempo
immobile, paziente,
dimesso e
con la sola speranza
che segnava le ore.
Ti attendeva il mio
pensiero
che mentre godeva di te
e della tua sdegnosa
sensualità si abbandonava
in un vortice di impeto
dolce e carezzevole
e si faceva poesia.
L'attesa fu vana
il giorno si spense
non mi arresi
ma PIANSI.
Pasquale Esposito
diritti riservati
25/12/2014
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