Quell’ebbrezza
mi accarezzava da
tempo,
l’aria lieve,
intiepidita
dai primi raggi del
mattino
era un invito
irresistibile.
Oplà… stesi le braccia
come ali d’angelo,
pronto a librarmi in
volo,
liberandomi dal peso
di quella vita
che non sentivo mia.
Assaporavo già la
leggerezza,
il cuore eccitato
batteva all’impazzata…
nella frazione di un
istante
abbandonai l’involucro
che m’incatenava…
un’infinita espansione
ed un puntino scuro
circondato da un alone
rosso
assumeva dimensioni
infinitesimali
in proporzione inversa
all’ampliarsi
di quello che una volta
avrei chiamato me.
Laura Paita
diritti riservati
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