Come rosa glicine che
sboccia delicatamente
ti presentasti Tu alla mia
mente avviluppata.
Il colore tenue, dolce e gentile insieme
raggiunse all’istante il
mio cuore stanco
concime fu e la terra arida
rifiorì con forza.
Leggero e libero veleggiai
con te nell’Infinito.
All’improvviso stranita e
scossa, senza ragione
non accettasti più il mio
Amore sincero e vero.
Annegato resto: nella gola stretta della delusione,
annaspando disperato nella
mia Solitudine
durante il giorno che
incurante scorre pigro
e nella notte che diffonde
la sua freddezza.
Francesco
Rossi (issorf)
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