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sabato 13 settembre 2014

Verso sera (di Carlo Romano)


Sei arrivato
dopo aver tanto faticato
curvato sui fogli a lungo
fino a consumarti del tutto.
Verso sera ti sei ritrovato
in un corpo ingobbito e stanco,
hai percorso strade disgregate
costellato di affanni.
Hai trovato lame tagliente sul selciato
che hanno reciso gran parte di te
hai tenuto per te gli insulti, il dileggio
nascondendo nel privato
dentro l’anima il tuo penare
senza fare superflui mozioni.
Non ha bisogno
di clamore il dolore
dopo aver tanto sopportato
ingoiato ingiustizie
riscosso offese.
Hai bevuto dal calice della vita
il tuo stesso sangue maligno
hai ingoiato in silenzio
il dolente segno del tuo essere,
quanti amori non corrisposti
quante repliche è istanze
mentre la vita in te soffocava
non riconobbe silenzio ne pietà.
Restano pochi spiccioli nelle tasche
come il tempo che rimane
si incammina il poeta stanco…
avvilito verso sera.

Carlo Romano

diritti riservati

3 commenti:

  1. “S’incammina il poeta stanco…/avvilito verso sera”
    Il poeta porta il carico delle sofferenze del mondo, ha sofferto in silenzio, giacchè il dolore non ha bisogno di clamore, ha sopportato ingiustizie, ha dato tutto di sé senza chiedere e riscuotere niente. Pochi spiccioli in tasca, poco il tempo che rimane. Belle ed intense immagini queste del poeta Carlo Romano.

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    Risposte
    1. Grazie mille Rosetta Sacchi per averla letta e commentata.

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  2. Grazie di vero cuore Rosetta Sacchi, Carlo Romano.

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