A occhi chiusi
tracciare la linea venefica
che forma scheletri.
Rami vicini contro rami lontani
e un velo di nebbia
nel cuore dell'universo.
Trilla l'abbraccio convulso
di sopra e sotto.
Indivisibili
sono la pietra dall'occhio
l'acqua dalla vena
il sogno dalla realtà.
Dilagano le categorie imbecilli.
Un grande orecchio alla pagina
grida ritorno.
Ripetere a memoria l’Origine.
Vanno su piazze sterminate
le solitudini incoscienti.
Sono dondoli di sole
che imboniscono il viaggio
delle lune capovolte.
C’è sempre una notte da cogliere
alle ventuno annunciate in prima fila.
Un punto giallo di cera chiama.
Qualcuno si siede sul letto nero
e vive
da Un cielo di poesia 2014
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