Vivere il tempo degli
isolani
sotto assedio
burrascoso,
scandito da scrosci e
silenzi immensi,
in equilibrio sulle
precarie attese
al molo.
L’umano granello di
sabbia
s’infrange nel boato
dello Sputa fuoco
e nel capriccio del Maestrale
che sorprende alle
prime ore dell’alba.
A salir per i pendii e
affondare le ossa
tra le ginestre e le
nebbie
che non perdonano non
si é mai pronti.
La vernice fresca mi
segna per sempre
le vesti di un mondo
a cui bisogna rendere
conto nel tornare,
mentre rimpiango i
piccoli gesti
e le follie della
primavera che s’incammina
e si concede colori
mediterranei e bizzarri.
Pubblicata nell’antologia del Premio
Luzi 2013,
estratta dallo spettacolo
“Terra, acqua, aria e fuoco nel fiorir
della Poesia”
Moka
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