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mercoledì 1 ottobre 2014

Maria Clotilde Cundari


Maria Clotilde Cundari


Nata a Napoli il 05/05/1950, laureata presso l’ISEF di Napoli e in seguito in Scienze dell’educazione (ex Pedagogia) presso l’Istituto universitario di Suor Orsola Benincasa di Napoli. Attualmente in pensione dopo aver insegnato per 40 anni nella Scuola Statale e contemporaneamente 25 anni presso l’istituto Superiore di educazione fisica.

Coniugata da 39 anni, mamma di due figli, nonna felice di un bel nipotino!
Mi dedico ai miei doveri e ai miei piaceri … :  i primi da sempre, gli altri da quando sono in pensione.
Ho sempre amato dipingere, poi mi sono dedicata da qualche anno al modellato, e creo Pastori in stile ‘700 napoletano che curo in tutto e per tutto a mano.
Poi, nella mia vita c’è sempre stata la poesia, da ragazza scrivevo quasi inconsapevolmente i miei pensieri, e li tenevo per me, non pretendevo di chiamarle poesie, ma mi nutrivano fin da allora l’anima e la mente, dandomi un senso di libertà. Da non molto tempo ho ripreso a scrivere in modo più frequente e per caso mi è capitato di far leggere le mie “poesie” a chi mi ha spronato a continuare a farlo … da allora non ho più smesso, trovando il piacere di esprimermi non più solo per me, ma anche per chi apprezzava i miei versi emozionandosi.

Intervista
E’ la domanda più complessa per un poeta quindi la propongo per prima: cosa significa poesia per te?
- Per me la poesia è un bisogno dell’anima, come se il mio “io” si realizzasse attraverso l’espressione delle mie parole, come se mi fosse permesso solo così di manifestare i miei piaceri, i miei dolori, le mie emozioni, e tutto ciò che arricchisce e nutre la mia esistenza.
Cosa ti muove a scrivere poesia?
- Il piacere di liberare le emozioni che provo nel vedere e nel sentire, nell’ascoltare o ricordare, nel dedurre o ipotizzare tutto quello che la vita propone ogni momento.

Qual è la funzione del poeta, della poesia oggi?
- Non so se c’è una funzione precisa, perché credo che la poesia, come la intendo io, esca un po’ dall’antico “castigat ridendo mores”… però mi piace pensare che possa creare emozione!

Un paio di aggettivi per farti conoscere al pubblico.
- estremamente sensibile e disponibile, col piacere di esserlo.

Parlaci di una tua poesia o di un tuo libro o di entrambi.
- La poesia che mi rappresenta di più è quella che ho inviato : L’ho chiamato amore.                   E’ una rappresentazione del mio modo d’amare, do’ tutto di me e mi accontento di poco in cambio, so rispettare la persona che amo, sono disposta ad accettare più che pretendere, non limito la libertà altrui ma non voglio che si limiti la mia, ovviamente nel rispetto e nell’onestà di entrambi. So camminare a fianco al mio uomo facendo sentire che ci sono senza invadenza, e cerco di accontentare e anche “subire” talvolta, sempre che non ci sia malizia o volontà di colpire, ma non tollererei mai la mancanza di rispetto e di stima.
Naturalmente, non so se è giusto solo per me quello che faccio, quello che penso e quello che provo, ma io … l’ho chiamato amore.


L’ho chiamato amore

Ho attraversato la tua vita
camminando sempre sulla riva
là, dove il mare cancella ogni passo.
Ho velato la mia anima
che come un fantasma
attendeva i rintocchi del tuo cuore
per manifestarsi …
Ho affidato la mia vergogna
ai tuoi desideri
le mie delusioni
ai tuoi silenzi
le mie paure
alle tue certezze
e così
tenendoti la mano dell’insolenza
ho chiamato tutto questo amore.

Maria Clotilde Cundari

2 commenti:

  1. Benvenuta tra noi, la tua poesia mi ha incantato.

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  2. molto bella ed emozionante

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benvenuti !!! commentate liberamente