Italo Zingoni
Nei cerchi perfetti
Prigionieri
delle nostre gabbie inesistenti
sguardi persi nell’oltre
dove si rannicchiano i sogni
a raschiare nel fondo
delle nostre esistenze
il mondo neppure le vede
le mani tremanti
il mondo neppure le sente
le voci che chiedono amore
seppure recluse nel vuoto
di un dolore represso
nelle solitudini assenti
nei silenzi inauditi
vestiti di nulla
da sempre in attesa
seduti, distesi, violati
semplicemente incompresi
viviamo come esseri morti
-angeli senza le ali-
risorti in altri orizzonti
libere menti nei cerchi perfetti
dei nostri disagi mentali.
tratto da “L’anno che verrà”
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