Ho un cuore
addormentato
tra fugaci respiri
uno sfilacciato ardore
che invece di suonare
pigola come uccello.
Dov'è il maestro
metronomo instancabile
che andandosene solo
l'ha abbandonato
quaggiù?
Dov'è la fata
che volteggiando
di fiore in fiore
s'è persa tra le
fronde?
Ti prenderò io
motore
sostegno di speranze
e nocchiero insuperato
di quell'amore
di cui cantano gli
amanti.
Come un'ostia divina
ti porterò alle labbra
e ti berrò come terra.
Viandante
ti porrò sulle spalle
attraversando valli
e fiumi e montagne.
Ti sento palpitante
nel futuro presente
nei cori delle genti
che popolo non sono
ma cercano speranza,
nella donna derubata
uccisa dall'amante
nell'emigrato stanco
lontano dalla patria
nel diverso nel cane
nel bambino
cuore, dammi retta
non mollare...
Per tutti c'è
ancora e ancora
chi aspetta un sole
da adorare!!!
Oltre la tempesta!
Emanuela Carniti Merini
dalla sua prima silloge "Chirurgia d'affetto" - Onirica Edizioni 2014
dalla sua prima silloge "Chirurgia d'affetto" - Onirica Edizioni 2014
Benvenuta Emanuela, la tua presenza ci rallegra e arricchisce, amo le tue poesie hanno sapori a me sconosciuti.
RispondiEliminaGrazie Antonia.Credo che ciascuno di noi abbia odori e sapori così personali da sembrare a volte sconosciuti .capita anche a me.:-)
EliminaBellissimi i Tuo versi Emanuela... un susseguirsi di emozioni che penetrano il cuore. Complimenti. Rosy Pozzi
EliminaGrazie Rosy, sono felice che ti piacciano.Emanuela
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