Marco Morandi
Nasce a
Poggibonsi (Si) il 14 giugno del 1964. Ha pubblicato Nel 2010 Il suo primo Libro
intitolato “La Nuova Era”, seguito dal secondo intitolato “Il nuovo Cammino”
Uscito nel 2011. Dal 2011 al 2012
ha pubblicato 17 racconti nelle Antologie Mensili di
“Giulio Perrone Editore”.
Presente
in varie raccolte di Poesie ed Ebook. Appassionato di Arte a tutto tondo ha
fatto varie mostre pittoriche e di ceramica Raku; nonché dimostrazioni dal
vivo. Le sue poesie sono state richieste per lezioni in vari licei italiani.
Intervista
Cosa significa poesia per te?
Poesia è quel mezzo che permette di insegnare agli altri
l'esistenza di altri punti di vista sulle cose più disparate. Potrebbe sembrare
presuntuoso, ma ho letto molti ( se non moltissimi) poeti che esprimono
soltanto i propri malesseri ed usano la poesia per “sfogo”. Invece, se si
adotta, la finalità dell'insegnamento, è possibile parlare sempre di ciò di cui
abbiamo voglia cercando di dare qualche messaggio che possa aiutare qualcuno.
Cosa ti muove a scrivere poesia?
Principalmente ciò che mi muove a scrivere è la voglia di esprimermi
e di comunicare con gli altri; a volte, la sera, mi viene da pensare a qualche situazione che nella giornata mi si
è presentata e, dopo averla analizzata, mi viene la voglia di fermarla sulla
carta per poterla far leggere ai miei amici e così nasce la poesia...
Qual è la funzione del poeta, della poesia oggi?
Insegnare! Come qualsiasi artista di questo mondo, il poeta deve
insegnare le emozioni che noi uomini abbiamo la fortuna di possedere. Insegnare
l'amore, la bellezza, la purezza mettendo in guardia dalla violenza, dall'odio
e dalla superficialità.
Un paio di aggettivi per descriverti e farti conoscere al
pubblico.
Solare, esigente, pignolo, tollerante.
Parlaci di una tua poesia o di un tuo libro se lo hai pubblicato.
Di pubblicazioni, ne ho fatte diverse e tra esse ci sono anche due
romanzi (“la nuova Era” ed “il nuovo cammino”) ma quelle che mi hanno veramente
divertito, sono stati i vari racconti che ho scritto per “Giulio Perrone
Editore”. Questi racconti andavano in mensili di autori vari e la loro
caratteristica era quella di avere un tema e una lunghezza ben precisa (tra 5200 a 5400 battute). Nello
scriverli, ho imparato molto la sintesi e l'approccio con il lettore.
Dall'incipit alla fine dell'episodio, ho imparato a non fare respirare il
malcapitato che legge oppure a trascinarlo in considerazioni che poi si
rivelano diverse dal finale. Un gioco che è durato per 17 mensili consecutivi
e, devo dire, con molta soddisfazione. Per Quanto riguarda i libri, sono i
primi due di una trilogia “fantasy” in cui tramite l'azione della protagonista
cerco di far pensare al lettore quante cose belle abbiamo nella nostra società
e quanto essa ci abbia annebbiato l'obiettività di scelta e di decisione. Ho
avuto anche qui grande soddisfazione nella composizione della narrazione. Il
primo libro è scritto per intero col metodo dell'io narrante, mentre il secondo
è commentato da un narratore. In ogni pagina che è stata scritta c'è un
messaggio chiaro di insegnamento; ma come sempre c'è colui che tra le righe
riesce a leggerlo e chi no. Nel complesso
i giudizi sono stati tutti positivi.
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