Maria Clotilde Cundari
Nata a Napoli il 05/05/1950,
laureata presso l’ISEF di Napoli e in seguito in Scienze dell’educazione (ex
Pedagogia) presso l’Istituto universitario di Suor Orsola Benincasa di Napoli. Attualmente
in pensione dopo aver insegnato per 40 anni nella Scuola Statale e
contemporaneamente 25 anni presso l’istituto Superiore di educazione fisica.
Coniugata da 39 anni,
mamma di due figli, nonna felice di un bel nipotino!
Mi dedico ai miei
doveri e ai miei piaceri … : i primi da
sempre, gli altri da quando sono in pensione.
Ho sempre amato
dipingere, poi mi sono dedicata da qualche anno al modellato, e creo Pastori in
stile ‘700 napoletano che curo in tutto e per tutto a mano.
Poi, nella mia vita c’è
sempre stata la poesia, da ragazza scrivevo quasi inconsapevolmente i miei
pensieri, e li tenevo per me, non pretendevo di chiamarle poesie, ma mi
nutrivano fin da allora l’anima e la mente, dandomi un senso di libertà. Da non
molto tempo ho ripreso a scrivere in modo più frequente e per caso mi è capitato
di far leggere le mie “poesie” a chi mi ha spronato a continuare a farlo … da
allora non ho più smesso, trovando il piacere di esprimermi non più solo per
me, ma anche per chi apprezzava i miei versi emozionandosi.
Intervista
E’ la
domanda più complessa per un poeta quindi la propongo per prima: cosa significa
poesia per te?
- Per me
la poesia è un bisogno dell’anima, come se il mio “io” si realizzasse
attraverso l’espressione delle mie parole, come se mi fosse permesso solo così di
manifestare i miei piaceri, i miei dolori, le mie emozioni, e tutto ciò che
arricchisce e nutre la mia esistenza.
Cosa ti
muove a scrivere poesia?
- Il
piacere di liberare le emozioni che provo nel vedere e nel sentire, nell’ascoltare
o ricordare, nel dedurre o ipotizzare tutto quello che la vita propone ogni
momento.
Qual è
la funzione del poeta, della poesia oggi?
- Non so
se c’è una funzione precisa, perché credo che la poesia, come la intendo io,
esca un po’ dall’antico “castigat ridendo mores”… però mi piace pensare che
possa creare emozione!
Un
paio di aggettivi per farti conoscere al pubblico.
- estremamente
sensibile e disponibile, col piacere di esserlo.
Parlaci
di una tua poesia o di un tuo libro o di entrambi.
- La
poesia che mi rappresenta di più è quella che ho inviato : L’ho chiamato amore. E’ una rappresentazione del
mio modo d’amare, do’ tutto di me e mi accontento di poco in cambio, so
rispettare la persona che amo, sono disposta ad accettare più che pretendere,
non limito la libertà altrui ma non voglio che si limiti la mia, ovviamente nel
rispetto e nell’onestà di entrambi. So camminare a fianco al mio uomo facendo
sentire che ci sono senza invadenza, e cerco di accontentare e anche “subire” talvolta,
sempre che non ci sia malizia o volontà di colpire, ma non tollererei mai la
mancanza di rispetto e di stima.
Naturalmente,
non so se è giusto solo per me quello che faccio, quello che penso e quello che
provo, ma io … l’ho chiamato amore.
L’ho
chiamato amore
Ho
attraversato la tua vita
camminando
sempre sulla riva
là, dove
il mare cancella ogni passo.
Ho velato
la mia anima
che come
un fantasma
attendeva
i rintocchi del tuo cuore
per
manifestarsi …
Ho
affidato la mia vergogna
ai tuoi
desideri
le mie
delusioni
ai tuoi
silenzi
le mie
paure
alle tue
certezze
e così
tenendoti
la mano dell’insolenza
ho
chiamato tutto questo amore.
Maria
Clotilde Cundari
Benvenuta tra noi, la tua poesia mi ha incantato.
RispondiEliminamolto bella ed emozionante
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